“IL PROFILO DI CARAVAGGIO - IL GENIO E L’UOMO”, CONFERENZA-FINISSAGE 17 SETTEMBRE AL CENTRO DI ARTE E CULTURA

Venerdì 11 Settembre 2020

Fortemente voluta dal Comune di Ladispoli, é visitabile fino al 17 settembre presso il Centro Arte e Cultura di Ladispoli” la mostra curata da Pier Luigi Manieri, “Il Profilo di Caravaggio-il genio e l’uomo”, l'evento che ha riscosso un grande consenso di pubblico è un omaggio che Ladispoli fa al grande pittore lombardo che proprio a Palo, fu arrestato nel luglio del 1610”.
Un gruppo selezionatissimo di artisti, tra i più rappresentativi della scena contemporanea (Lidia Bachis, Pasquale Nero Galante, Easypop, Montuschi & Rapiti, Esteban Villalta Marzi, Lucio Fabale, Omino 71,Giampaolo Atzeni, Guido Venanzoni) è stato chiamato a rileggere le opere di Caravaggio, ispirarsi ai suoi lavori o alla sua vita, recuperarne la tecnica e l'essenza o mediante la Pop Art, il Concettuale, il Surrealismo, la Psicadelia, la Metafisica, dando vita ad una collettiva che ne rifletta il genio e l'anima.
La mostra che è aperta al pubblico dalle ore 10:00 alle 19:00, dalle 16:30 alle 18,30 propone anche un’attrazione dal notevole impatto divulgativo: una sala in realtà virtuale in cui immergersi nell'arte del grande artista.

 

Conferenza Il Profilo di Caravaggio-Il genio e l'uomo, giovedì 17 , ore 18

Relatori

Prof.ssa Lidia Garbetta

Riccardo Rosati, museologo

Maestro Guido Venanzoni

Assessore alla Cultura Marco Milani

 

Modera Pier Luigi Manieri curatore di eventi; saggista, scrittore





Di seguito la nota del curatore della mostra Pier Luigi Manieri, saggista, scrittore e curatore di eventi culturali.

Michelangelo Merisi, più noto come il Caravaggio, sta alla storia dell'arte, come le invenzioni del fuoco, della vela, del motore, stanno ai progressi scientifici.
Il genio Lombardo deflagrò nel Barocco come un evento rivoluzionario. Tant'è che per quanto misconosciuto fino all’essere dimenticato per poi essere riscoperto solo nel 900, la sua eredità non meno della sua lezione, sono sopravvissute intatte sino ai nostri giorni per illuminarci.
In senso tanto metaforico quanto letterale, Caravaggio s’impone all’attenzione introducendo elementi, codici; stilemi di assoluta forza immaginifica.
Ricolloca la Santità sulla Terra, là dove l'uomo medio possa vederla, toccarla, a sua immagine e somiglianza.
Una santità sofferta nella sua umana e carnale fragilità. Costituita da ossa e nervi guizzanti e tuttavia intrisa di una solennità che incute rispetto e reverenza. Che commuove nel profondo e eleva nella illuminazione. Confermandosi perciò è indiscutibilmente nella più assoluta forma della pittura sacra e religiosa (Crispino Valenziano); esplora la vita nella sua quotidianità.
Coi suoi piccoli e immani vizi, malattie, malformazioni, gioie e stupefazioni.
Nel volgere lo sguardo al Mito, s’interroga sulla sua fugacità. La grandezza di Caravaggio si palesa nel suo essere seminale per artisti che in lui hanno trovato propellente per la propria arte. Valga per tutti George’s de la Tour.
Tutto ciò che costituisce l’estetica caravaggesca si definisce nella più assoluta perfezione formale. E soprattutto, nella luce e, per contro, nell’oscurità.
Caravaggio intuisce e traccia i principi della fotografia. La sua mise en scène è talmente “logica “ che diviene d'ispirazione per il teatro stesso. Del resto il suo genio riverbera tuttora nelle discipline visive. A lui guarda senza farne mistero, Matteo Garrone e vi sono rimandi evidenti, nello stesso cinema di Sorrentino.
Se sul piano artistico Caravaggio è ascrivibile a pieno titolo e a buon diritto – e dirlo non spetta certo a chi scrive – a quella ristretta schiera di pesi massimi la cui azione si distingue per un’unicità senza tempo né confini, non meno affascinante e meritevole di narrazione è la vita da romanzo di Michelangelo Merisi.
Il Profilo di Caravaggio-il genio e l'uomo si propone come esposizione-omaggio a questa figura che più che centrale, si direbbe,piuttosto, indispensabile nella vicenda e nell’evoluzione della medesima relazione tra l'umanità e l’arte. Il cui contributo, per dirla col Marino, non smette di meravigliare chi davanti le sue opere, inevitabilmente e fatalmente estasiato, si pone.
Il progetto in memoria di Caravaggio, il quale soggiornò e forse morì nella cittadina balneare, nasce dunque “Il profilo del Caravaggio, il genio e l’uomo”. Un gruppo selezionatissimo di artisti, tra i più rappresentativi della scena contemporanea sarà chiamato a rileggerne le opere, ispirarsi ai suoi lavori o alla sua vita, recuperarne la tecnica e l’essenza,dando vita ad una collettiva che ne rifletta il genio e l’anima .
Un'immersione assoluta e un'esplorazione definitiva dell'artista e dell'uomo la cui instancabile opera ha modificato il concetto stesso di pittura fissandone nuovi ed universali punti cardinali. Per queste ragioni la sfida è irresistibile. Mediato attraverso stile e sensibilità personali, ciascun artista consegna all'occhio del visitatore il “suo” Caravaggio. Il quale, travalicando confini temporali e steccati dogmatici si sublima attraverso la metafisica, il surrealismo, il concettuale e la Pop Art. Alimentando quel circolo virtuoso che è insito nel concetto di arte che genera arte.
Con L'ultimo approdo, Lidia Bachis, struttura e destruttura su un piano filologico concettuale, la vicenda umana e professionale del Caravaggio, che quasi metapittoricamente è colto nel gesto di ritrarsi. In quest’opera di sintesi dalla significativa forza evocativa , I bari, lavoro giovanile del Caravaggio, si combina col San Girolamo, di cui si riconosce il teschio, forse l'ultima creazione del Merisi. Nell'ambito dell'estetica citazionista propria della scena pop, che nella ricerca di Lidia Bachis ha una matrice significativamente manga, la contaminazione trova forma nel recupero della celebre onda di Hokusai, precursore del tratto nipponico, che nell’Ultimo approdo evoca il mare dal quale arrivò sulla costa di Palo per trovarvi forse la morte. Destino che come un presagio incombe sul quadro e sul Caravaggio stesso mediante le due formazioni di nero assoluto in luogo dei giocatori. Easypop restituisce il suo Narciso trasfigurandolo nel “riflesso nello stagno-ego e alter ego”. Opera iconica e densa di enigmatico surrealismo figlia dell’immaginario di due generazioni: un contemplativo Hiroshi, così lontano dal furore della battaglia osserva il suo altro io, Jeeg e da esso è a sua volta scrutato. Il tutto è come ammantato in una innaturale sospensione. Così come Narciso osserva l'altro sé stesso, vicino e simultaneamente lontanissimo. Sogno d'una notte di mezza estate? O forse un doppelgänger da una dimensione parallela e speculare, nel lavoro a quattro mani di Giancarlo Montuschi e Maurizio Rapiti, dall’afflato metafisico che felicemente si coniuga con la forma classica della figurazione.
Ma chi è realmente chi? Esteban Villalta Marzi esponente tra i più autorevoli della scena pop europea combina nel suo lavoro storicizzato, Polidoro con Caravaggio. Dal primo prende in prestito il soggetto che nelle sue mani si plasma dando vita ad altro. A Caravaggio “ruba’ l'oscurità e la luce con l'Uomo d'acciaio al suo centro: Il ratto di Superman. Per Lucio Fabale, Caravaggio è a tutti gli effetti un'icona pop, quindi combinando la lezione di Warhol con la sua riconosciuta estetica del pixell moltiplica efficacemente l'immagine del Merisi così come il padre della Pop Art insegna. Ma Michelangelo Merisi, il Caravaggio, fu già icona popolare quando l'Italia era monetariamente sovrana. Ce lo ricorda Omino71, che nel segno della riproducibilità pop, moltiplica e rimette “in circolo” la celebre banconota da 100.000Lire (che fu anche l'ultima), col volto dell'artista. Giampaolo Atzeni dà luce ad una Natura morta più viva che mai. Psichedelica e visionaria adornata da serpenti che rimandano alla Medusa e un'abbondanza di teschi.
Così come la Medusa e il suo groviglio di serpi animano un'altra opera di Omino71. Se la fisicità nervosa e il rigore caravaggesco rivivono nelle tele di Pasquale Nero Galante, la Bachis e Fabale si concentrano su Il Martirio di San Matteo e La Decapitazione di Giovanni Battista. Al Maestro Guido Venanzoni, il più autorevole caravaggista a dimensione mondiale, impegnato nella ricostruzione della vita di Caravaggio attraverso una serie di dipinti che ne raccontano l’esistenza è invece affidata la testimonianza d’autore affinché l’arte ci ricordi che in fondo e sopra ogni cosa, è bellezza.


“Prendo in prestito dei corpi e degli oggetti, li dipingo per ricordare a me stesso la magia dell'equilibrio che regola l'universo tutto. In questa magia l'anima mia risuona dell’Unico Suono che mi riporta a Dio.”
(Caravaggio).


 

Easypop

-Riflesso nello stagno, Ego e alter Ego

 

Esteban Villalta Marsi

-Il ratto di Superman

 

Giampaolo Atzeni

Natura morta

 

Lidia Bachis

-L'ultimo approdo

 

Lucio Fabale

-Caravaggio fourfour

 

Maurizio Rapiti e Giancarlo Montuschi

-L'enigma di Narciso

 

Pasquale Nero Galante

-Nudo Maschile - 4

 

Omino71

-Archimedusa

 

Guido Venanzoni

-Crocifissione di San Pietro

 



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